
Manoscritti a inchiostro bruno. Buona conservazione. Dimensioni varie.
| Bibliografia | Lettera inviata a Cesare Vigna, datata 12 giugno 1872 (scritte 4 pagine): [...] Verdi non ha mai pensato di venire a Venezia per la Messa, ed i molti affari trascurati per questo giro artistico, reclamano la sua presenza a St. Agata. Avrei tanto desiderato riveder Venezia [...]. La Messa da Requiem ebbe ieri sera la sua prima rappresentazione al Teatro Imperiale di Vienna. Il successo è salito ad un grado di zona torrida! [...] Hanno tanto parlato dello spirito più o meno religioso di questa musica sacra; del non aver Verdi seguito il concetto tipico di Mozart, di Cherubini ecc. ecc.[...]. Io per me dico che un uomo come Verdi deve scrivere come Verdi e cioè secondo il suo modo di sentire e interpretare i testi [...] - Lettera inviata a Cesare Vigna, datata 25 giugno 1872 (scritte 4 pagine. Busta conservata): [...] Verdi ha poi la sua [borsa] molto meno fornita di quel che tanti pretendono [...] ne usa nobilmente e largamente nella località in cui vive e quanto fa, appena basta a sollevare una minima parte delle miserie che a lui ricorrono! [...]. Credo possedere due qualità, rare nelle donne. Ho poca o nessuna vanità ed ho saputo diventar vecchia a tempo! [...] - Lettera inviata a Cesare Vigna, datata 2 marzo 1883 (scritte 3 pagine. Busta conservata): Vanità delle vanità. Tutto sotto il sole è vanità! Povero Tiberini! [tenore, grande interprete di opere di Bellini e Donizetti, cantò l’ultima volta alla Scala nel 1871. Venne ricoverato nel manicomio di Reggio Emilia] Neppure nel manicomio, in quel luogo di pace e di buonsenso [...] ha potuto liberarsi da quella minuscola contagioso/epidemica machietta, che invade il genere umano, e si chiama vanità?! [...]. Verdi in questo momento a St. Agata non conobbe mai Wagner, neppure di vista. Questa grande individualità, ora scomparsa, non fu mai afflitta dalla piccola prurigine della vanità, ma divorato da un orgoglio incandescente, smisurato, come Satana, o Lucifero [...] - Lettera inviata a Marietta Carrara Calvi datata 12 febbraio 1887 (scritte 4 pagine. Busta conservata): Tutti credono ch’io sia completamente felice [...] per la uscita d’Otello [...] ma se osassi dirlo forte [...] tutto questo baccano, questo perpetuo andirivieni [...] mettono in casa un da fare, un disordine [...] che m’affatica, m’annoia, mi irrita [...]. nella serata memorabile del 5 corrente. Fu un entusiasmo assordante che giunse fino al delirio [...] ne rimasi commossa [...] ha voluto dare a Milano l’ultimo frutto del suo genio [...]. |
| Frontespizio | Datate 1872-1883. |
| Intestazione | Il tenore Tiberini, Verdi e Wagner, Otello e la Messa da Requiem |
| NumeroBeni | 4 |