




In questa raffinata rappresentazione del celebre mito narrato nelle Metamorfosi di Ovidio, così apprezzato dalla cultura figurativa barocca, si riconosce l'eleganza e la grazia compositiva di Michele Rocca. Esponente di punta dello sviluppo in senso rococò della pittura romana di primo Settecento, Rocca si distinse per il suo aggraziato classicismo, la sua pennellata leggiadramente virtuosistica e il suo brillante colorismo. La presente tela è un'eloquente testimonianza della sua predilezione per le opere di tema mitologico e trova chiari termini di paragone in altre tele dell'artista quali l'Angelica e Medoro o leNinfe in un paesaggio, entrambi nella Galleria Comunale di Prato, o Adamo ed Eva cacciati dal paradiso terrestre del Wadsworth Atheneum di Hartford.