opera di grandi dimensioni composta da più elementi ed effetto audiofirmato e datato su un sasso
AltreInformazioni
In un'epoca in cui la vicinanza con lo spazio celeste è diventata parte del quotidiano, questi sassi piovuti dal cielo ed esibiti dentro sicure bacheche nei maggiori musei del mondo appaiono meno minacciosi. Ma basta fermarsi un attimo a riflettere sulle possibili origini di questi agglomerati di materie "altre", ad immaginare i luoghi da cui provengono (asteroidi dalle forme improbabili, pianeti desertici battuti da venti gelidi, supernove o nane bianche, costellazioni dai nomi poetici come il "Cigno" o la "Lira" , galassie lontane migliaia di anni luce, buchi neri senza fondo) che lentamente questi sassi grigi diventano ai nostri occhi inquietanti, quasi minacciosi. Mentre li osserviamo ci coglie una sorta di disagio: essi portano dentro di se l'immensità dell'universo. Credo che le meteoriti in poliuretano espanso di Pietro Gilardi sospese a mezz'aria tra cielo e terra, intendano recuperare la dimensione sacrale delle "pietre di luce" dei Dayachi, basato appunto su questa sorta di spaesamento, di contatto con un infinito astrale e lontano ma nello stesso tempo ben radicato nell'immaginario collettivo. (dal testo della mostra a cura di Ludovico Pratesi)
Autentica
Opera accompagnata da autentica su fotografia firmata dall'artista