





| AltreInformazioni | Ringraziamo il professor Riccardo Lattuada per aver confermato la presente attribuzione dopo aver visionato l'opera dal vivo. Lo studioso ritiene il dipinto qui offerto la migliore versione finora nota di questa composizione, di cui ne sono note altre, a dimostrazione della grande fortuna raggiunta dall'artista. Il dipinto è databile agli anni 1620-30, durante il soggiorno romano del pittore o al suo ritorno a Napoli. Sono evidenti i richiami al celebre dipinto omonimo di Caravaggio oggi a Potsdam, di cui Stazione riprende il numero, la disposizione e la posa dei personaggi, ma con una conduzione narrativa meno irruenta. Fortemente naturalistici restano i volti degli apostoli, con le vesti caratterizzate da una pennellate dense e materiche. Gli accentuati contrasti chiaroscurali e le corpose stesure cromatiche, dai toni prevalentemente foschi e bituminosi, si accendono nei brani colpiti dalla luce che cade dall'alto a sinistra. Tuttavia nel dipinto già si possono notare i primi influssi reniani, verso la ricerca di un classicismo neoveneto, nell'utilizzo dei blu e degli ocra e nella figura del Cristo, dalla bellezza elegante e malinconica. |
| Dimensioni | cm 127 x 153 |
| Supporto | cm 135 x 161 |
| Tecnica | olio su tela |