
| AltreInformazioni | Morto non ancora quarantenne Maso da San Friano rimane, "tra i più mutevoli pittori fiorentini del periodo manieristico" (Venturi, 1932, p. 282), una delle figure chiave nel passaggio tra Maniera e Controriforma. Allievo di Pier Francesco di Jacopo di Sandro (Foschi) secondo Vasari, e di Carlo Portelli secondo il Borghini, Maso da San Friano denota di guardare all'inizio i modelli di Fra Bartolomeo e Mariotto Albertinelli nella pala con la Madonna tra due Santi e due confratelli, dipinta per la Compagnia di S. Jacopo Soprarno e della Notte, e nella Natività della Chiesa dei SS. Apostoli. Successivamente si volge verso la pittura di Andrea del Sarto, il cui influsso è presente nei dipinti di devozione domestica, e più tardi alle "spezzature" del Rosso Fiorentino (Venturi, 1932, pp. 282-284), come denotano i due dipinti per lo Studiolo di Palazzo Vecchio, L'escavazione di diamanti e Dedalo e Icaro. Tra il 1560 ed il 1570 il pittore fu molto attivo sul piano della committenza privata a Firenze; il nostro dipinto appartiene al genere della pittura di "devozione domestica". Bibliografia di riferimento: |
| Dimensioni | cm 63x48,5 |
| Tecnica | Olio su tavola |
