Referenze fotograficheFototeca Zeri, scheda n. 86133 (come Angelo Maria Crivelli, detto il Crivellone)
AltreInformazioni
Il dipinto è indubbiamente da considerarsi una delle composizioni di più alta qualità all'interno della produzione del Crivellino (F. Arisi, 2004, p. 345). Datata da Arisi tra il 1720 e il 1730, l'opera è in forte rapporto stilistico con le due celebri tele della collezione Cova Minotti di Milano, tra le più importanti realizzate dell'artista, raffiguranti Pesci e crostacei in riva al mare e Pesci, selvatici, civetta, lumaca e ovoli (per confronto si veda F. Arisi, 2004, pp. 512 e 513, n. 70 e 71). Il dialogo appare particolarmente stringente soprattutto con la seconda (F. Arisi, 2004, n. 71), nella quale si ritrovano alcuni brani presenti anche nell'opera offerta nel lotto (la rete, la civetta, la rana, il mastello di legno), ripetuti in modo del tutto similare quasi a voler creare una variante del medesimo tema.
Bibliografia
A. Crispo, Il Ducato Farnesiano. Aspetti della natura morta a Parma e Piacenza, in D. Benati e L. Peruzzi, La Natura morta in Emilia e in Romagna. Pittori, centri di produzione e collezionismo fra XVII e XVIII secolo, Milano, 2000, ill. p. 151 n. 151 e p. 155; F. Arisi, Crivellone e Crivellino, Piacenza, 2004, pp. 345 e 460, ill. p. 528 n. 89