

Il dipinto raffigura un uomo barbuto con copricapo a toni ocra e rosati, colto a mezzo busto e reso con intensa espressività. La luce radente, che ne scolpisce i lineamenti, e la pennellata rapida ma sicura rivelano un linguaggio vicino a quello delle celebri teste di carattere di Giambattista e Giandomenico Tiepolo, particolarmente fortunate nella Venezia del tardo Settecento. La scelta dei toni caldi, l’impostazione teatrale e l’intensità psicologica del volto collocano l’opera in ambito tiepolesco, riflettendo la fortuna e la diffusione di questo genere di ritratti anche nei decenni successivi alla morte di Giambattista (1770). Una datazione a fine XVIII – inizi XIX secolo appare quindi la più plausibile, in un contesto in cui la tradizione veneta continuava a produrre immagini di forte carattere destinate sia al collezionismo privato che al mercato internazionale.