







| AltreInformazioni | Il dipinto è corredato da una perizia del professor Pierluigi Leone de Castris, disponibile in copia, datata 20 ottobre 2024, che conferma la presente attribuzione. Lo studioso data l'opera al 1680 circa, periodo in cui Nicola si distacca e si emancipa dal linguaggio pittorico del padre Andrea Vaccaro, ancora fortemente influenzato dallo stile di Anton van Dyck e dalle correnti neovenete presenti a Napoli alla metà del Seicento. Nicola, invece, accoglie qui nuovi stimoli figurativi, dal classicismo di Carlo Maratta, forse appreso in occasione di un suo soggiorno a Roma, all'irrompere sulla scena napoletana delle prime opere di Francesco Solimena. Il dipinto trova un confronto con le due grandi tele della prima cappella a destra nella Chiesa di Santa Maria in Portico a Napoli, in particolare con la Sacra Famiglia con Santa Elisabetta e San Giovannino, in cui ritroviamo lo stesso sfondo che si apre su un bellissimo paesaggio e gli stessi volti profusi di dolcezza dei bambini. L'attribuzione dell'opera al Vaccaro ci è stata confermata dal professor Riccardo Lattuada sulla base di fotografie a colori. |
| Dimensioni | cm 128 x 96 |
| Supporto | cm 147 x 115 |
| Tecnica | olio su tela |
