
La tela raffigura l’episodio evangelico in cui Santa Marta rimprovera Maria Maddalena per la sua vanità. Le due figure femminili, a mezza figura e a grandezza quasi naturale, sono colte in un intenso dialogo morale: Marta, avvolta in un ampio manto bruno, alza l’indice in gesto ammonitore, mentre Maddalena, con abito sontuoso e preziosi ornamenti, sembra cedere al rimprovero pur mantenendo un atteggiamento di composta eleganza. In basso sono raffigurati gioielli e perle, simboli della caducità delle ricchezze terrene. L’opera mostra i caratteri tipici della pittura di Andrea Vaccaro, uno dei protagonisti del barocco napoletano: il calibrato chiaroscuro di ascendenza caravaggesca è addolcito da un senso di grazia classicista, mentre la morbidezza delle carni e la cura dei panneggi evidenziano la sua capacità di coniugare naturalismo e decoro accademico. La scena, resa con intensa teatralità ma priva di eccessi drammatici, riflette quel linguaggio meditativo e moralizzante che rese Vaccaro molto apprezzato presso le committenze religiose e private. Il dipinto è stato riconosciuto e pubblicato nel libro di Mariaclaudia Izzo "Nicola Vaccaro (1640–1709). Un artista a Napoli tra Barocco e Arcadia". I percorsi di Andrea Vaccaro (1604–1670), a cura di Riccardo Lattuada, dove compare a p. 94, fig. 94. La pubblicazione e l’autorevole conferma del prof. Lattuada inseriscono l’opera nel catalogo certo di Andrea Vaccaro, contribuendo a precisare l’evoluzione della sua produzione a soggetto devozionale. Entro cornice in legno coeva. Bibliografia : M. Izzo, Nicola Vaccaro (1640–1709). Un artista a Napoli tra Barocco e Arcadia. I percorsi di Andrea Vaccaro (1604–1670), a cura di R. Lattuada, Napoli, 2021, p. 94, fig. 94. Provenienza:Già New York, mercato antiquario, 1974Collezione privata romana