








La rara opera medievale con la figura della Vergine assisa dal volto illuminato da un enigmatico sorriso mentre regge e mostra uno ieratico Gesù Benedicente vestito da una lunga tunica e dal viso incorniciato da un elaborata acconciatura a larghe ciocche derivata dai modelli della classicità antica può essere accostata alla produzione di maestà lignee del XVII-XIV secolo tra Umbria e Abruzzo dove operarono importanti scultori come il Maestro della Santa Caterina Gualino. L'opera è descritta in una missiva epistolare datata Novembre 1984 vergata dalla mano del professor Enzo Carli come 'una scultura di indubbio interesse e degna anche per la sua epoca - piuttosto verso gli inizi che verso la fine della prima metà del XIV secolo - di figurare in una buona raccolta.'