
| AltreInformazioni | Company Profile: Galleria Michel Leo, Via Castelfidardo 2 A chi le domandava che cosa dovesse fare una donna per essere elegante, Coco Chanel rispondeva guardarsi allo specchio prima di uscire e togliere qualcosa dal proprio abbigliamento. Lo stesso metodo seguito dai poeti, che quando raccontano il mondo procedono per sottrazione, levando, asciugando; scavando nelle parole fino ad arrivare all?essenza, all'ossatura dei sentimenti. Alla semplicità. Perché la semplicità è forza. La semplicità è eleganza. E' questo lo spirito che anima gli elementi di arredo della collezione pensata e realizzata da Michel Leo, "archeologo del Novecento" (il termine antiquario non gli piace: "sa di vecchio", dice) qui presentata per la prima volta, in un appuntamento che più che appartenere al cosiddetto Fuori Salone (del mobile) ne rappresenta l'altra faccia, quella nascosta, meno strillata. Più ricercata. Questa l'idea da cui sono nati i pezzi che portano la sua firma e che, attraverso un attento e minuzioso lavoro artigianale, ne è poi diventata l'estetica: l'immagine e il contenuto. Già, perché oggi - è la convinzione che ha spinto Michel Leo a passare da ricercatore a disegnatore (e produttore) di mobili (come già fece il "collega" Giovanni Patrini) ? si tende a riempire le case di arredi forzatamente creativi, che devono a tutti i costi esprimere un concetto, dire qualcosa che va al di là persino della loro funzione primaria. "E invece una libreria è fatta per contenere libri, purché stiano dritti, e non storti; un tavolo serve per mangiarci sopra; una scrivania per lavorare". E quel che conta è che uniscano funzionalità ed eleganza, leggerezza e qualità, semplicità e cura del dettaglio. Che stimolino il desiderio di portarseli dietro per tutta la vita, casa dopo casa, città dopo città, senza che vengano mai a noia; senza che invecchino dopo qualche stagione, schiacciati dalla loro costruita eccentricità. Da ciò la spinta - il bisogno fisico, verrebbe da dire - di dare vita a una collezione di mobili in pergamena dal sapore modernista: tavoli bassi, consolle, tavoli da pranzo, scrivanie, che abbinano la pelle di capra - trattata e stesa rigorosamente a mano perché mantenga visibili i segni dell'animale, dai pori alle cicatrici - a ferro o legno, lavorati pezzo per pezzo dalle mani di esperti artigiani. Cui si abbinano lampade, da terra e da tavolo, dalle linee essenziali, che trasmettono lievità ed eleganza non solo a chi le guarda, ma anche al contesto nel quale sono inserite. Non c'è un'ispirazione precisa dietro ai mobili di Michel Leo, il riferimento inequivocabile e voluto a un'epoca, a uno stile, a una corrente. L'ispirazione da cui nascono, da cui letteralmente "prendono forma" è la storia stessa del loro creatore, i suoi oltre 30 anni di lavoro, di esperienza, di ricerca. Di chi ha inseguito e rintracciato in mercati e mercatini gli oggetti della nostra storia ? fossero un'automobile di bachelite o la poltrona di Ico Parisi; di chi ha avuto per le mani oggetti ("Tanti da riempire un campo di calcio") che hanno attraversato le epoche, le mode, persino le guerre, arrivando fino a noi, e li ha assimilati; di chi, ancora, ha visto i progetti di André Groult ed Eric Bagge, i mobili di Frank Lloyd Wright e Mallet-Stevens, di Le Corbusier e Jean Miche Frank, ma anche i tavolini Mackintosh, le sedie di Koloman Moser, gli appendiabiti di Gustave Serrurier-Bovy e li ha metabolizzati, restituendoli oggi a una nuova vita, reinterpretati dal suo gusto, dalla sua sensibilità. Dalla sua storia, di uomo e di professionista. C'è tutto questo nei mobili di pergamena di Michel Leo, ma non si vede: si sente. Perché come una madeleine funzionano da macchina del tempo, apparendoci familiari, rassicuranti, "nostri" nonostante siano nuovi e originali. Sono l'essenza di ciò che abbiamo letto, visto, desiderato, che oggi seduce il nostro occhio senza volerlo stupire per forza, senza doverlo impressionare. Pezzi che trasmettono bellezza (e qualità) non solo alla vista, ma anche, e soprattutto, al tatto, perché "un mobile deve parlare allo sguardo e alle mani, va sentito con gli occhi e i polpastrelli". galleriamichelleo.com |
| Dimensioni | kg 10 |
| Supporto | piano in cristallo e struttura in legno |
